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Lettera universale alle donne
Giotto (1266-1336), Incontro alla Porta Aurea, particolare, Cappella degli Scrovegni,
Padova (Italia) © 2024 Foto Scala, Firenze
Solomeo, 15 febbraio 2024
Per molto tempo ho desiderato scrivere una lettera dedicata alle donne, e ricordo che questo desiderio sorse nel giorno in cui nacque la mia prima nipotina. In quel pomeriggio di diversi anni fa, prima della nascita, eravamo tutti in attesa, mia moglie, le mie due figlie, mio genero ed io, ma proprio noi due eravamo i più timorosi per quello che stava per accadere: pensavamo ai rischi, quello che non conoscevamo ci spaventava un poco. Federica, Camilla, che era in attesa, e Carolina invece erano serene, i loro occhi brillavano perché in esse la gioia dell’evento spingeva da parte ogni cosa che non fosse bella. Compresi dopo quella sera che vi è nella donna qualcosa che manca a noi uomini, così imbrigliati da una logica spesso vana; qualcosa che la natura forse non ci ha dato, ma che fortunatamente, se sappiamo farlo nel modo giusto, possiamo avere vivendo accanto alle donne, ed esserne, per così dire, illuminati.
Quello che mi affascina non è solo l’intuito o il sentimento, ma il coraggio speciale che permette alle donne di sostenere e di lottare per gli ideali e per i sogni che quei geni pongono nei loro cuori, andando oltre i limiti di fronte ai quali gli altri si fermano; al tempo stesso queste loro qualità mi sembrano qualcosa di più alto, che non si sa dove si trovi. Quante volte la filosofia, in ogni tempo, ha confermato che la forza più grande delle persone umane risiede nella capacità di sentire, di emozionarsi, di avere ideali, di andare oltre la siepe che li chiude nella vita quotidiana. Pensava la filosofa e matematica alessandrina Ipazia: «Comprendere le cose che ci circondano è la migliore preparazione per capire le cose che sono oltre». Questo, intesi quella sera in cui nacque Vittoria, è proprio delle donne; quindi scrivo a voi questa lettera con un poco di timidezza e con la consapevolezza della vostra qualità che ai miei occhi appare speciale: voi donne siete in profonda armonia con la natura, e quella cosa sublime che è l’amore brilla in voi come la stella più fulgida.
Fin dall’antichità gli uomini hanno scritto la storia, fatta di giochi, di guerre, di politica, una storia al maschile durata troppo a lungo. Eppure dal passato brillano come stelle le vite affascinanti di donne vissute gloriosamente: poetesse come Saffo, pittrici come Kalypso, Eirene, Timarete, citate da Plinio, filosofe come Arete, allieva di Platone, che scrisse di morale, e Fintis, allieva di Pitagora, che scrisse sulla temperanza. Se una cosa insegna la memoria è che ognuna di queste antiche donne è portatrice di un testimone che oggi il loro spirito consegna a voi. Esse vissero in un tempo severo per le donne, eppure sono riuscite a divenire, nei secoli, un esempio universale.
Penso spesso che oggi voi siete in una situazione che vi permette, pur continuando ad apprezzare quanto la natura ci dona, di guardare al futuro con realismo, e che sia ormai del tutto consapevole la sensibilità di tutti, donne e uomini, dell’importanza del tema della parità di genere. Penso che sia per voi importante e necessario iniziare ad entrare nella storia non più come singole, ma tutte insieme, grazie ad un’intelligenza che oltre alla dimensione logico matematica e a quella intuitiva è ricca dell’intelligenza del cuore; ho sperimentato nella vita che il sentimento è un dono prezioso, il quale non si limita alle gioie e ai dolori, ma porta alla conoscenza. La storia dà la misura della vostra genialità; alle donne che ho menzionato prima quante se ne potrebbero aggiungere! Poetesse come Saffo, filosofe come Ipazia e in epoca più moderna pittrici come Artemisia Gentileschi e architetti come Plautilla Bricci, poi via via verso i nostri giorni donne coraggiose, visionarie, che erano consapevoli della loro realtà.
Questo è qualcosa di affascinante che voi avete in comune con i poeti, è quella genialità che gli uomini di solito possono vivere soltanto eccezionalmente nei sogni, ma i poeti e voi donne potete visitare più facilmente e volgerla alla creatività. L’umanità si aspetta da voi che utilizziate ogni vostra migliore qualità per far avanzare il mondo verso quel futuro radioso che ci attende. A volte mi viene da pensare che la parola “mio” o “mia” non sia poi sempre così bella, soprattutto se riferita alle relazioni umane. La proprietà fra persone umane è da fuggire. Siamo noi, sorelle e fratelli, naviganti per un mare affascinante e profondo eternamente azzurro che si chiama umanità. Se qualche uomo non comprende questo, egli non fa per voi. La natura vi ha colmato di doni, e sono doni dorati che vi permettono di entrare nella storia come meritate.