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- 2025 - Lettera ad un’anima bella
Lettera ad un’anima bella
La Speranza - Giotto di Bondone (1266-1336), Cappella Scrovegni, Padova, Italia © 2025 A. Dagli Orti/Scala, Firenze
Solomeo, 10 gennaio 2025
O anima bella, in questa quieta sera, nel mio amato borgo di Solomeo, quando il silenzio, custodito dalla memoria, è sovrano, e il pensiero è libero dalle parole, pensare a te desidero, e dedicarti il mio cuore.
Anima bella, nella quale si specchiano tutte le anime belle del Creato, tutte quelle che un destino benevolo mi ha fatto incontrare per una mia vita lieta, tu sei leggiadra, perché ami la speranza che porta al tempo nuovo.
E che saremmo senza speranza, che saremmo se non guardassimo verso il cielo che è sempre così diverso e magnifico, se non ci commovessimo alla visione del firmamento, quando le stelle brillano più numerose delle gocce del mare?
Il tempus novum compare già come aurora del futuro gioioso che ci attende, man mano che, trascorrendo i giorni, gli anni, e i secoli, arricchisce la memoria con la saggezza di generazioni senza nome.
O anima bella, nella speranza del tempo nuovo, mi piace intravedere i germogli di una gioventù che non risente degli anni, che si rinnova sempre, e che garantisce la perpetua bellezza della natura, quella natura che gli illuministi ritennero divina; e tu sola, nell’immensità che ti conferì Platone, sei forse colei che ci fa valutare la giusta misura tra futuro e passato.
Ma a volte ci capita di vedere che l’umanità è afflitta da un certo mal d’anima, e spesso a soffrirne di più sono i giovani; allora è importante ascoltare il dolore di chi ci è vicino, perché, se noi siamo nelle condizioni di farlo, quando la nostra anima è gioiosa, possiamo trasmettere letizia a chi magari sta attraversando un momento un poco più difficile e rimane chiuso in sé stesso, forse perché ha un qualche pudore ad esprimere il suo sentimento, o non spera che possa essere alleviato.
Dall’ascolto nasce il dialogo, e il dialogo risana l’anima; le forme del dolore sono tante, ma la sostanza è una; lodo l’anima perché è come un fiore gentile che si apre al sole; mi piacerebbe che ogni persona umana fosse pronta ad ascoltare il mal dell’anima dell’altra, e ho imparato che aiutare chi ci è dinanzi significa elevare noi stessi; se sapremo dialogare tra noi sui temi dell’anima, allora saremo lievi, e sollevati, e andremo verso la consapevolezza di cosa sia e quanto sia importante per l’umanità la fratellanza fra le genti.
Ricordiamoci che tutti siamo fratelli; dovremmo più spesso consultarci con la speranza dell’anima. Allora questa lettera, questa piccola laude che dedico a te, o anima bella, nasce dal sentimento che sboccia in me pensando a tutte le altre che desiderano tornare ad essere felici, e che troveranno negli occhi e nella parola di chi sa ascoltare la fiducia nel tempus novum. Questo è quello che auguro con tutto il cuore.