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Lettera di gratitudine ai nostri lavoratori

"Color olivi", incisione di Jan van der Straet detto Stradanus, realizzata da Philips Galle, 1596

Solomeo, 17 Marzo 2021

Miei stimati amici,
il mio cuore partecipa del vostro coraggio e della pazienza che avete dimostrato con i fatti in questo periodo di dolore e di incertezza, quelli stessi che sono stati anche i miei. Se oggi nella nostra impresa regna positività economica e umanistica, se possiamo immaginare di arricchire l’Italia con la benevola accettazione dei nostri manufatti, se tutto questo può avvenire con genialità e artigianalità speciali, questo si deve certamente a voi.

Come potrei dunque ringraziare la vostra generosa anima, per la responsabilità, la dedizione, la creatività, la comprensione, la vicinanza e la capacità di percepire il dolore come maestro? È per me motivo di letizia sapere che tutto questo fa di voi, ai miei occhi, dei benemeriti del lavoro, ognuno nel suo ruolo. Vi sono poi particolarmente a me cari, gli anziani del lavoro, primi fra i custodi della bellezza e dell’arte che migliorano la vita. Sono loro a ricordare ai più giovani alcune delle regole d’oro universali, come quelle già enunciate da Confucio nel VI secolo avanti Cristo: “anche se una cosa è semplice, fatela con cura”, e: “il lavoro va in proporzione all’età e alle forze delle persone”.

Per questo mi affascinano i riti, che ci riportano alla regola naturale salvandoci dall’incertezza; essi sono la fonte viva dell’azione umana. Anche l’artigianato si nutre di riti, e in essi trova le ragioni della sua creatività rinnovata. L’artigianato ha una storia che va di pari passo con quella della civiltà, e unisce armoniosamente le forze dell’uomo e quelle della natura. Per secoli è stato il frutto fecondo della nostra nazione, e per secoli poneva la genialità nella regola e nella disciplina. Gli artigiani mi appaiono come dei veri e propri poeti, sanno mettere insieme organicamente la capacità tecnica, l’abilità artistica, il buon gusto, la finezza e la destrezza in prodotti originali. A voi sento di dovere se in questo periodo forse abbiamo creato le più belle collezioni della nostra storia, confermando che il genio sprigiona la sua creatività proprio quando si è nei momenti difficili. Durante questo intenso periodo abbiamo lavorato con lo stesso coraggio dei tempi sereni; per questo siamo stati in grado di rimanere uniti.

Tutti questi meriti dimostrano il vostro amore per il lavoro. Voi sapete che l’utile economico è una grande molla che spinge a lavorare, ma sappiamo anche, nel nostro cuore, che non è la sola; attraverso il lavoro esplichiamo noi stessi come parte di quel meraviglioso Creato che siamo chiamati a custodire con ogni nostra azione singola e collettiva; per questo, con la nostra operosità condotta nel rispetto del pianeta, dimostriamo ogni giorno il nostro amore per il territorio. È vero, e ve ne sono riconoscente, che la vostra azione è stata ed è per me testimone e sprone per non perdere la speranza e per non soggiacere alla paura. Molte volte, nei nostri colloqui, abbiamo avuto gli occhi lucidi, consapevoli di essere naviganti fiduciosi, soldati chiamati nel momento doloroso; penso alla storia, a quel grande mio maestro filosofo e stoico che fu Marco Aurelio. Prima di una battaglia decisiva si rivolse ai suoi soldati con queste commoventi parole: “miei stimati uomini, domani Roma ha bisogno di noi, che Dio ci protegga”. Vedo in voi persone speciali perché sapete che non sempre sviluppo economico e progresso coincidono.

Vi è, quindi a mio parere, un modo giusto di vivere la vita, ed è quello etico, perché l’etica permette di vedere l’universale nel particolare di ogni giorno, e fa di noi uomini universali. Se salite al Bosco della Spiritualità in Solomeo troverete, al suo ingresso, una frase di san Benedetto:

ONORA TUTTI GLI UOMINI.

Rendo ora a voi, con cuore sincero, questo nobile onore.

Grazie,

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