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- 2022 - Lettera ai saggi dell'Umanità
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- 2021 - La Biblioteca Universale di Solomeo, un dono a mille anni
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- 2020 - Lettera ad una persona umana
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- 2019 - Dialogo con Marco Montemagno
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- 2021 - Lettera di lode all’Italia
Lettera di lode all’Italia
Saturnia Tellus, Ara Pacis Augustae, Roma © 2021. DeAgostini Picture Library/Scala
Solomeo, 30 Dicembre 2021
Il mio pensiero va a questo amabilissimo luogo dell’anima, dell’architettura, dell’arte e della cultura, probabilmente il paese più a lungo e più profondamente amato, visitato, ricercato nei secoli da genti di tutto il mondo; quanti poeti, storici, filosofi, architetti, pittori, artisti, pensatori, hanno cantato l’Italia! Alcuni hanno lasciato la loro terra, luogo della loro anima per venire a vivere da noi. Quanti, fra i più grandi, si sono ispirati e hanno costruito i loro capolavori a partire dalla nostra storia: Shakespeare, Goethe, Gogol.
Questa fu la terra del padre Dante: «Puro e pronto a salire le stelle», unificatore di una lingua melodiosa come una musica.
Penso a Roma, la città favolosa ed eterna, alle grandi menti di uomini come Adriano Imperatore, che sosteneva di aver ereditato il senso dell’umano dai maestri greci, ai filosofi, ai poeti e a Marco Aurelio, che diceva: «Finché vivi, finché ti è possibile, diventa buono», e a Pitagora, greco di Calabria, che disse: «Il numero è la legge dell’universo». Archimede vide la luce in Sicilia, la terra del sole, degli aranci e dei limoni, dei ciclopi e degli dei.
Quando penso a tutto questo, concepisco l’incanto italiano, di una terra unica per la ricchezza delle sue diversità. Terra di gente che sa unire il lavoro, che ha il coraggio di sconfiggere gli errori. Paese che ha ereditato dal diritto romano la vita onesta, il rispetto per gli altri, il giusto per ciascuno. Terra della prudenza, dell’affidabilità e della durata. Terra di un Umanesimo universale.
Di questa Italia, che appare come un inno di speranza alle future generazioni, mi sento cittadino e figlio e amo questa terra madre con la sapienza del cuore. L’Italia è cresciuta nell’arte e nella bellezza, e come ci ricorda Kant: «Il bello è simbolo del bene morale». Oggi l’Italia ha ritrovato equilibrio, moderazione, gentilezza, dignità e rispetto; come già nei secoli d’oro del Rinascimento è pronta, credo, ad un nuovo destino per tornare ad essere mediatrice culturale dell’umanità, verso il futuro pieno di luce e di benessere che ci attende.