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Lettera di un nonno nel giorno natale della vita nuova

Brunello insieme a suo padre Umberto e, a destra, una foto di suo nonno Fiorino

Solomeo, 11 Giugno 2020

Miei cari nipotini, come nonno vi ho sempre voluto bene, e non ho mai mancato di cercare il vostro affetto; ma per un riserbo antico, nei primi tempi, non sapevo parlarvi se non quando eravate addormentati. Mi piaceva immaginare che i miei sogni, chissà per quale incanto, entrassero in punta di piedi nei vostri, e parlassero direttamente alla vostra anima nascente.

Oggi con la vostra vivace naturalezza avete saputo sciogliere il timore del mio cuore, e ne è nato un dialogo costante e felice, forse il più confortante di quanti altri io ne ricordi. Perciò, in questo giorno natale della vita nuova, è proprio a voi che mi piace parlare dei miei sentimenti. Come tanti altri, anch’io, pur nel ricordo doloroso di molte persone che non sono più fra noi, sono infine uscito da un mare tempestoso, e ora da una spiaggia sicura guardo indietro verso il mio passato con l’animo ancora in subbuglio.

È a voi, miei nipotini, fertili germogli, che vorrei trasmettere il retaggio dei miei pensieri e dei miei ricordi; a voi oggi la vita sorride con ogni amorevole cura. Avete attraversato ignari uno smarrimento che ha riguardato il mondo intero, e l’ha fatto tremare per qualcosa che ha portato così tanto dolore all’umanità.

La grande mente e il genio di un uomo quale fu il grande scienziato Einstein ci hanno parlato dei momenti difficili come di una benedizione dell’umanità, che dal dolore trae il genio della creatività e la forza dell’innovazione. La poesia eterna di Omero ha cantato le gesta di antichi re che, deposte le armi e il loro dolore, ebbero cuore e forza di ritrovare una vita nuova. Forse nessun pensiero mi ha commosso e convinto così tanto, e da qui mi piace riprendere il cammino della vita. In questa fiducia della vita nuova voi crescerete e vi ricorderete di me, e un giorno troverete da qualche parte questo mio scritto, ed esso diventerà per voi uno dei ricordi più cari, si imprimerà nella vostra mente e nel vostro animo, proprio come accadde a me, sebbene non con gli scritti, ma con le parole fuggenti del mio saggio e amato nonno Fiorino. Anche nel vostro cuore nasceranno i grandi ideali, perché è dalla profondità delle generazioni che maturano i frutti più dolci e utili.

Chiedo ogni giorno alla mia terra paterna quello che mi dette negli anni giovanili, il beneficio di quanto mi appare con il tempo sempre più affascinante e prodigioso: le bionde spighe, i frutti profumati, le olive premute, il luccicare dell’aratro, il ronzìo delle api, l’ombra perenne delle secolari querce; tali ricordi elevano la mia anima, e mi hanno insegnato a trasportare i sentimenti fondamentali in un ordine più alto e nobile.

Miei cari, troverete in questo scritto l’esortazione amorevolissima e al tempo stesso timida, ad essere costantemente consapevoli del valore assoluto della dignità umana e del conseguente rispetto che dobbiamo ad ognuno, sempre e senza eccezioni. Troverete che i desideri sono giusti solo quando corrispondono alle giuste esigenze, capirete che va presa la distanza da qualsiasi ricchezza che non sia guadagnata o riguadagnata con onestà, e che la ricchezza stessa non è nulla se non è anche per gli altri. Saprete quanto è importante l’armonia dell’universo, indispensabile ad ogni essere vivente perché ha una sola sostanza e una sola anima.

Mi trema il cuore nello sperare che siate coraggiosi e amabili, sinceri e frugali, solleciti verso il prossimo con cuore ospitale, solerti e creativi. So che un giorno come un altro andrete a ricercare le ansie dei tempi lontani, come quelle che abbiamo appena lasciato alle nostre spalle; e dopo tanti anni vi chiederete allora perché, e ne trarrete l’insegnamento che ogni dolore può essere anche un dono.

Mi piace immaginare che le poche parole di questa lettera, oltre che a voi, giungano anche a tutti i bambini che nascono oggi in ogni parte del mondo, quasi un testamento spirituale e augurale lasciato in dono all’umanità di domani; confido che il Creato mi conceda di essere ancora vicino a voi per lungo tempo, ma qualora non potessi più trasmettervi i miei sentimenti e il mio affetto con la parola viva, ecco quanto ho imparato a stimare come origine e forza perenne di ogni nobile pensiero e di ogni virtuosa azione: il Creato e tutto quello che ne fa parte deve essere sempre amato e custodito.

Vogue Italia - Giugno 2020

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