La mia idea di Capitalismo umanistico e Umana sostenibilità





Discorso di Brunello Cucinelli ai grandi della Terra in occasione del G20

Roma, 31 Ottobre 2021

Sono onorato di essere qui tra voi, autorevoli governanti della nostra meravigliosa Terra. Provo con un po’ di emozione ad esprimervi la mia idea di Umana sostenibilità e ciò che io intendo per Capitalismo umanistico.

La prima parte della vita l’ho vissuta in campagna, eravamo contadini, non avevamo la luce elettrica, coltivavamo la terra con gli animali, raccoglievamo l’acqua piovana, avevamo un grande rispetto per la terra. Il filosofo e poeta greco Senofane diceva: «dalla terra tutto deriva», e noi vivevamo in armonia con il Creato. La prima balla di grano andava alla comunità per volere di mio nonno. Da lì ho appreso il grande tema della vita: l’equilibrio tra profitto e dono; quel periodo della mia vita è ancora oggi come un dono per il mio animo.

Discorso di Brunello Cucinelli ai grandi della Terra
        in occasione del G20

Da ragazzo vidi gli occhi lucidi di mio padre umiliato e offeso sul lavoro, e ancora oggi non capisco perché si debba umiliare ed offendere, ma ispirato dal dolore che lessi in quegli occhi decisi che il sogno della mia vita sarebbe stato quello di vivere e lavorare per la dignità morale ed economica dell’essere umano. Volevo un’impresa che facesse sani profitti, ma lo facesse con etica, dignità e morale; siamo quotati in borsa, mi piaceva un’impresa che avesse una equilibrata e garbata crescita. Volevo che gli esseri umani lavorassero in luoghi leggermente più belli, guadagnassero qualche cosa in più come salario e si sentissero al lavoro come anime pensanti. Proviamo a non volgere le spalle alla povertà.

Desideravo che una piccola parte dei profitti dell’azienda andasse ad abbellire l’umanità tutta e volevo che le persone lavorassero le giuste ore e fossero connesse il giusto tempo, così da armonizzare Tecnologia e Umanesimo e ritrovare un sano equilibrio tra mente, anima e corpo, perché anche l’anima ed il corpo hanno bisogno di nutrirsi ogni giorno.

Discorso di Brunello Cucinelli ai grandi della Terra
        in occasione del G20

Discorso di Brunello Cucinelli ai grandi della Terra
        in occasione del G20

Cerchiamo di rispettare le leggi di ogni Stato, e grazie al mio stimato Presidente Draghi, la nostra Italia è tornata ad essere credibile.

La nostra industria si trova a Solomeo, un piccolo borgo medioevale del XIV Secolo, vicino ad Assisi. Lavoriamo in vecchi opifici edificati nel passato secolo, alcuni restaurati ed abbelliti per renderli attuali, altri sono stati demoliti e la terra è tornata ad essere utilizzata per l’agricoltura, specialmente vigneti, oliveti, frutteti e grano; quindi, infine, possiamo dire di non aver consumato la nostra amata terra. Abbiamo restaurato il borgo ascoltando la parola sapiente dei nostri maestri e abbiamo edificato un Teatro che noi consideriamo come tempio laico dell’arte, poi un monumento alla Dignità dell’uomo ed un immenso parco definito “Progetto per la Bellezza”.

Discorso di Brunello Cucinelli ai grandi della Terra
        in occasione del G20

Discorso di Brunello Cucinelli ai grandi della Terra
        in occasione del G20

E ora costruiremo una Biblioteca universale; per questa idea ci siamo ispirati al grande Tolomeo I di Alessandria e all’Imperatore Adriano quando dice: «i libri mi hanno indicato la via della vita; da grande, la vita mi ha fatto comprendere il contenuto dei libri. Chi costruirà biblioteche, avrà costruito granai pubblici per le future generazioni».

Discorso di Brunello Cucinelli ai grandi della Terra
        in occasione del G20

Questa è la nostra idea di Umana sostenibilità e quello che noi chiamiamo Capitalismo umanistico. Nel salutarvi e ringraziarvi, spero che il cuore mi abbia suggerito le giuste parole per una richiesta rivolta, mi piace credere, in nome dell’umanità intera: «Oh miei stimati e potenti custodi pro-tempore del Creato, voi che siete i responsabili delle bellezze del mondo, vi preghiamo, indicateci la via della vita. Che il Creato ci protegga e ci illumini verso un nuovo Umanesimo universale».

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I Nostri Ideali di Vita e di Lavoro

Decalogo

I. Amiamo e rispettiamo la Terra Madre coltivandola secondo natura e accogliendo i suoi frutti come il dono più caro.

II. Non usiamo più di quanto è necessario e naturale. Utilizziamo l’universo con amabilità.

III. Agiamo sempre come fedeli e amorosi custodi del Creato.

IV. Crediamo nella dignità morale ed economica dell’essere umano.

V. Lavoriamo sostenendo il giusto utile e l’armonia tra profitto e dono.

VI. Ricerchiamo l’armonia tra il giusto lavoro e l’umana riservatezza.

VII. Ricordiamo i padri. Ci hanno insegnato a rispettare le leggi, e nella loro parola è scritta la nostra storia.

VIII. Crediamo in un universalismo del mondo e agiamo con grande rispetto per tutte le civiltà.

IX. Accettiamo i giusti cambiamenti per vivere la parte migliore dei nostri tempi.

X. Amiamo i giovani e trasmettiamo loro la speranza e il sogno del futuro luminoso che li attende.

Brunello's office

Brunello Cucinelli, campagna AI 1995

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Capitalismo Umanistico e Umana Sostenibilità

La vita giovanile trascorsa in campagna, la vita contadina, hanno lasciato nella mia anima il seme e poi il germoglio del Capitalismo Umanistico e dell’Umana Sostenibilità. La nostra, quella della mia famiglia, era una vita a contatto con la natura, perché essa ci donava ogni cosa. Infatti non avevamo nemmeno l’elettricità, ma la terra veniva coltivata utilizzando la forza degli animali, e l’acqua della pioggia veniva raccolta. C’era tra noi e la natura un rispetto reciproco, e tutto si svolgeva in armonia con il Creato.

Capivo che tutto quello che avevamo veniva dalla Terra, e sperimentavo così, semplicemente, quello che il filosofo greco Senofane pensò tanti secoli fa: «Dalla terra tutto deriva», come ho rammentato ai grandi del mondo riuniti per il G20 in Roma ad ottobre 2021.

Vi era nell’armonia con la terra una concordanza tra quello che si ottiene con il lavoro e quello che si dona al nostro prossimo; ricordo che ogni anno, dopo la mietitura, mio nonno era solito donare la prima balla di grano alla comunità, un simbolo antico dell’equilibrio tra profitto e dono, e proprio questo simbolo è divenuto una delle pietre angolari del capitalismo umanistico, uno dei doni più grandi per la mia gioventù e per il mio divenire.

Altri doni altrettanto fondamentali mi vennero dal dolore, come quello che provai un giorno vedendo mio padre con gli occhi lucidi per essere stato umiliato sul lavoro. Quegli occhi non erano soltanto un fatto personale, perché mi parlavano di offesa alla dignità della persona umana, di qualsiasi persona umana, e questa ferita, rimasta per sempre nell’anima, divenne per me l’imperativo e la volontà di lavorare per tutta la mia vita a favore della dignità morale ed economica dell’essere umano.

Sognavo un’impresa per fare profitti con etica, con dignità, senza arrecare sofferenza alle persone e offese al Creato, o almeno il meno possibile. Mi piaceva pensare a luoghi di lavoro leggermente più belli, dove si potesse stare meglio a cospetto del paesaggio, e volevo che le persone guadagnassero un poco di più, perché tutti noi siamo anime pensanti, e perché non possiamo più volgere le spalle alla povertà.

Pensavo ad un giusto lavoro, nella sua durata temporale, nella sua qualità e nell’armonia tra la tecnologia e l’umanesimo; pensavo ad un lavoro che favorisse lo spirito creativo e a una giusta connessione, perché solo così l’anima, allo stesso modo del corpo, può nutrirsi ogni giorno.

Dice Platone che l’ordine interiore è una virtù, e io ho fiducia nello Stato: sono convinto della bontà di rispettare le leggi, anche quelle che magari a volte ci possono piacere un po’ di meno.

Io so che la nostra madre terra non va consumata, ma utilizzata, perché possa rigenerarsi naturalmente, e fino ad oggi mi sono dedicato a conservare quanto esisteva, a restaurare quanto era stato dimenticato dal tempo, a lasciare memoria di bellezza qui, in quella mia piccola patria che è Solomeo, “borgo del cashmere e dell’armonia”.

Con assiduità e gioia il Castello, lentamente, il Borgo e la sua periferia sono stati restaurati; nacquero il Teatro, nostro tempio laico dedicato alle arti, e più tardi, nella valle, il Parco per la Bellezza con il Monumento alla Dignità dell’uomo, la vigna e la Cantina, come pegno di figli devoti e riconoscenti alla grande madre terra. Sul Monte della Cima il Bosco della spiritualità conclude la simbologia spirituale del territorio di Solomeo, cioè il dialogo tra la spiritualità, in alto, la cultura, nel Borgo, il lavoro e la natura in valle.

Proprio la cultura troverà la sua elezione nella nuova Biblioteca Universale di Solomeo, in una villa settecentesca che è in corso di restauro, proprio accanto al Teatro e alla Chiesa di San Bartolomeo. Amore e conoscenza per i libri di ogni parte del mondo sono le ragioni che hanno sostenuto i grandi di ogni tempo. In questo mi è stata di grande ispirazione l’antica Biblioteca di Alessandria, creata dal Re d’Egitto Tolomeo I, e ancora penso ad Adriano imperatore, secondo il quale chi costruisce biblioteche costruisce i granai dell’anima a beneficio immenso dei posteri; Adriano, che ebbe i libri come guida per governare sé stesso e il mondo.

Nella cultura e nella spiritualità, oltre che nell’economia e nell’ambiente, trovano luogo le forme che completano il significato di Umana Sostenibilità, e la sostenibilità è un tutt’uno con il Capitalismo umanistico, come concezione inclusiva di ogni cosa materiale e immateriale che riguarda la persona umana. Di tutto questo è matrice e massimo comun denominatore l’umanesimo universale.

Mi piace pensare ad una sostenibilità inclusiva dei valori materiali e di quelli spirituali, un luogo concreto dove l’ambiente, l’economia, la cultura, lo spirito e la morale vivano insieme. Sono convinto che così si potrà avere un’azione sostenibile e completa, perché nonostante la tecnologia noi viviamo immersi nella natura, e come pensava Leibniz la natura “non fa salti”, cioè i rapporti tra le cose sono di continuità e non di diversità. Per questo motivo noi immaginiamo che ci debba essere una sostenibilità ambientale, economica, culturale, spirituale e morale.

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Sostenibilità ambientale

Ogni giorno, nel tragitto che da casa mi porta al lavoro, passo attraverso il profumo dei campi, l’odore della legna che arde nei camini, accompagnato dal canto degli usignoli e dal quieto scorrere dell’acqua nel fiumicello Caina. Questa serenità, questa moderazione, questa provvidenza di vita campestre appare al mio animo come un simbolo amabile della sostenibilità ambientale. Penso a volte che tutto quello che noi oggi facciamo per un ambiente migliore, per il contenimento del riscaldamento globale, concentrando l’attenzione sulla composizione dei materiali, sulla eliminazione di quelli nocivi, sulle discariche e sul controllo delle emissioni inquinanti, sia per certi versi come la partenza ideale verso un mondo dove si torni a rigenerare, a riutilizzare, a riparare, a recuperare, cioè in altre parole ad utilizzare i doni della madre terra secondo la regola naturale, e questa è una cosa alla portata di tutti, un convincimento che è forse stato influenzato dalla prima parte della mia vita beata, trascorsa in campagna.

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Storie di S. Francesco: la predica agli uccelli, Giotto, 1266-1336, Assisi, © Scala Archives


Sostenibilità economica

Nella nostra azienda, pensando a chi lavora con noi, facciamo così: non timbriamo i cartellini ma tutti rispettiamo con rigore l’orario; non vogliamo che si resti connessi dopo il termine della giornata di lavoro e nel fine settimana; vogliamo che gli stipendi siano leggermente più elevati specialmente per coloro che sono inquadrati come operai; pensiamo che la pausa per il pranzo debba essere amabile come quella in famiglia; immergiamo i luoghi di lavoro nei giardini e nel paesaggio, che sono presenti ovunque grazie a grandi vetrate che rendono tutto visibile e attuale.

Pensando all’azienda ci piace uno sviluppo garbato, costante ed equilibrato, e anche questo è un insegnamento che proviene dalla vita contadina, dove le grandi accelerazioni e i grandi raccolti non possono divenire regola perché così facendo verrebbe danneggiata la grande armonia della natura; la stessa natura ci insegna a non avere mai troppa paura degli eventi dolorosi, che spesso sono maestri, come diceva sant’Agostino, e di seguitare il passo regolare della nostra azione. Una tempesta di grandine non può interessare tutta la campagna, ma solo una parte; una crisi finanziaria non può durare tanto a lungo, quali che siano le cause. E proprio come Ulisse, basta tenere diritto il timone fino a quando non termina la tempesta, dopo la quale torna sempre il sole.

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Allegoria del Buon Governo - particolare (Prudenza),
Ambrogio Lorenzetti, 1285-1348 ca., Siena, © Scala Archives


Sostenibilità culturale

Quella grande parte della visione umana di tutti i tempi che è la filosofia ci offre uno scenario di pensiero spesso animato da idee molto diverse tra loro, e sono poche le cose sulle quali vi è un sostanziale identico modo di vedere; una di queste però è proprio il fatto che esiste un forte legame tra la cultura e la salute dell’animo. A Solomeo noi facciamo in modo che la cultura sia alla portata di tutti. È il nostro modo di contribuire a quella connessione fisica e spirituale senza la quale la cultura rimarrebbe un’isola sconosciuta quindi inutile all’umanità, e questo non ci piace. A Solomeo vi sono un Teatro, un’Accademia, una Scuola di Alto Artigianato Contemporaneo per le Arti e i Mestieri e la Biblioteca Universale, che ora è in restauro, tutti luoghi liberamente aperti a chiunque, proprio per favorire quell’ incontro di prossimità dal quale scocca la scintilla che fa fruttificare la cultura e la rende sostenibile rispetto all’ animo umano.

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Uomo che sospende la lettura, Parmigianino, 1529 ca., Vienna, © Alamy Stock Photo


Sostenibilità spirituale

Quasi ogni giorno, nel mirare lo spettacolo del Parco per la Bellezza che si stende nella valle di Solomeo, rimango ammirato e commosso come fosse sempre la prima volta, e avverto subito il beneficio spirituale di una tale esperienza. Mi piace pensare che c’ è una sostenibilità della materia e una sostenibilità dello spirito. La prima è quella che abbiamo più in attenzione pratica, ed è giusto che sia così, perché mancare lo sguardo delle cose materiali non è accettabile. Ma al tempo stesso penso che i valori spirituali, anche se a volte li si notano di meno perché il rumore della vita vissuta li confonde, non sono però meno urgenti e meno importanti per la salute della persona umana, e per questo la loro sostenibilità la considero vitale come quella della materia.

Quando al lavoro, da una finestra vedo in lontananza la grazia di un oliveto disegnato con garbo secondo la linea di tanti archi che si rincorrono, o ammiro un poggio contrappuntato da cipressi disposti regolarmente alla giusta distanza, o contemplo le curve gentili della vigna che seguono un’idea artistica, penso ammirato alla musica, che si alza in volo sulla regola matematica, e la mente va al mio stimato Pitagora, secondo il quale «il numero è la legge dell’universo». Quanti, artisti, letterati e filosofi, nella storia, non hanno posto l’accento su questo punto? Dal tempo di Platone, attraverso tutta la filosofia scolastica medioevale, e poi nell’Illuminismo, fino all’Idealismo, al Positivismo, all’Esistenzialismo e infine ai nostri giorni, l’utilità del contatto con qualcosa di bello, sia esso un quadro, un libro, o un paesaggio, è il seme dal quale nasce l’albero della sapienza, di quella sapienza della quale la persona umana non può fare a meno per la sua migliore vita, allo stesso modo in cui la mia vita, il mio animo, e ne sono sicuro, l’animo di ognuno, migliora quando si è trattati con rispetto e benevolenza.


Sostenibilità morale

Penso a quel meraviglioso libro del XV secolo intitolato Elogio del mercante onorevole scritto da Benedetto Cotrugli, uno di quegli spiriti universali che ho sempre riguardato come maestro, un piccolo manoscritto di importanza capitale dove egli afferma che ogni cosa andrebbe comprata e venduta al giusto prezzo. Cotrugli è certamente un mercante umanista, forse il primo in senso stretto, e in tal senso, rispetto alla storia, quasi un pacifico rivoluzionario, che proprio per questo ha ancora molto da dire al nostro tempo, specie quando tratta l’etica degli affari e asserisce la «volontà e desiderio d’acquistare roba con honore et senza ofendere Dio et lo proximo». Il suo manifesto intento di non recare danno alcuno né a Dio né al prossimo mi pare di una bellezza commovente, e con umiltà ho cercato di farlo mio nel lavoro di ogni giorno e nella cura del Creato.

Ancora oggi, se sappiamo essere suoi eredi morali, sapremo che la produzione deve avere un giusto prezzo e un giusto profitto. In un tempo non troppo lontano, l’evadere il fisco poteva essere da alcuni riguardato quasi come un’azione astuta, e a volte generava desiderio di imitazione. Oggi non è più così, le cose sembrano ben diverse. Pagare le tasse è un valore, un dovere e al tempo stesso un atto di riguardo verso la società della quale facciamo parte, verso il nostro prossimo. Proprio come è per il profitto, che va commensurato armonicamente. Come possono essere giustificati i profitti eccessivi? Io non ne desidero alcuno, e cerco ogni singolo giorno di porre la massima attenzione a che il guadagno sia conforme alla moralità della mia attività imprenditoriale e all’alta qualità del mio prodotto. Sono convinto che tale visione del mondo riecheggi in ogni persona umana e specialmente nei giovani, ai quali tanto dobbiamo e nei quali riponiamo ogni nostra speranza per il futuro radioso che ci attende. Oggi, con la tecnologia, tutti possono sapere tutto di ognuno, e la consapevolezza di un’azienda che fa giusti profitti, distribuendo il beneficio nell’equilibrio tra profitto e dono, crea un’atmosfera generale di fiducia, stima e di serenità.

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Pagamento del tributo - particolare (gruppo di Cristo con gli apostoli), Masaccio, 1401-1428, Firenze, © Scala Archives

Il nostro impegno per la riduzione delle emissioni

La nostra azienda ha avviato un piano di riduzione delle emissioni di gas “effetto serra”, applicando i principi della Science Based Targets Initiative (SBTi). Il nostro impegno ci porterà nel periodo, nel decennio 2019 – 2028, a ridurre le emissioni di gas effetto serra del 60% in termini di intensità economica, e in valore assoluto del 70% per le emissioni scope 1 e 2 e del 22,5% per le emissioni scope 3.

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Storia

Il Sogno di Solomeo

Copertina del libro "Il sogno di Solomeo. La mia vita e l'idea di capitalismo umanistico", di Brunello Cucinelli. Per gentile concessione de Feltrinelli editore, 2018

Il Sogno di Solomeo

“Il sogno di Solomeo”, retro del libro. “I valori eterni di bellezza, di umanità e di verità sono ideale e guida di ogni nostra azione.”

1998 Platinum
Il Sogno di Solomeo

Busto di Marco Aurelio

Intervista del 1998 per la Presentazione del libro "Solomeo"

1996 Settimanale dell'Umbria
1999 Il Sole 24 Ore
The New Yorker

2010 - The New Yorker, "Il Principe di Solomeo"

Benedetto Cotrugli

Copertina del libro di Benedetto Cotrugli “Arricchirsi con onore. Elogio del buon imprenditore”, prefazione di Brunello Cucinelli, Rizzoli editore, 2018.

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